Senigallia

La Storia

Il nome ci ricorda l’antica origine della città che la tradizione vuole fondata da un mitico “Brenno“, condottiero dei Galli.

Prima colonia romana sull’Adriatico, Senigallia conosce momenti di grande fortuna e di profonda decadenza.

La sua rinascita certa è databile alla metà del XV secolo, quando Sigismondo Pandolfo Malatesta la fortifica e ripopola il suo territorio.

Dopo la sua sconfitta ad opera di Federico da Montefeltro, la città venne data in vicariato ad Antonio Piccolomini dal papa Pio II e, in seguito ad alterne vicende, concessa da Sisto IV a suo nipote, Giovanni Della Rovere, in occasione delle nozze con Giovanna, figlia di Federico da Montefeltro.

Il pontefice conferì, nello stesso anno, il titolo di duca Giovanni e l’anno seguente fu nominato Prefetto di Roma ricevendo in eredità dal cugino Leonardo, il Ducato di Sora.

Giovanni Della Rovere

I ventisette anni del governo dei Della Rovere, furono un periodo particolare nella storia di Senigallia: l’unico in cui la città divenne capitale di uno Stato che, il “principe nuovo” creò nelle sue strutture fondamentali, dotandola di Statuti e di Catasti e ripensando l’assetto urbanistico, non solo con una più funzionale cinta muraria e con una più potente rocca, fulcro delle difese a mare, ma anche con lavori di bonifica della zona paludosa delle Saline, di arginatura del fiume Misa, con spazi verdi e “mattonando e saligando tutte le strade“.

Giovanni ebbe a sua disposizione gli architetti di Federico da Montefeltro: Gentile Veterani progettò il rivellino; Luciano Laurana strutturò il corpo centrale della Rocca nel quale ricavò appartamenti che accoglievano la corte in caso di emergenza ed effettuò anche il collegamento con la piazza antistante; Baccio Pontelli realizzò i quattro massicci torrioni che inglobavano la parte residenziale.

Signore di una piccola corte, segnata dall’austerità dei costumi e da una profonda religiosità, fece progettare da Baccio Pontelli per Senigallia il Convento e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Egli non vide la fine dei lavori della complessa struttura, iniziata nel 1491, certamente destinata ad essere la tomba di famiglia e, forse, edificata per sciogliere il voto fatto alla Madonna e a San Francesco per ottenere la grazia di un figlio maschio.

Francesco Maria nacque nel 1490 e, per l’estinzione della casata dei Montefeltro, divenne Duca di Urbino nel 1508, primo della dinastia roveresca destinata a durare fino al 1631.

Città ricca, continuò la sua espansione dotandosi, nel XVI e nel XVII secolo, di altri monumenti tra i quali: il Palazzo comunale, il Palazzo del Duca, la Chiesa della Croce, ove è conservata la Deposizione di Federico Barocci, mentre dello stesso periodo è la bellissima Visita a Sant’Anna del Guercino, conservata nella Chiesa di San Martino.

Sotto lo Stato Pontificio

In età pontificia si trasformò da città-stato a città-mercato, anche nelle strutture architettoniche: i Portici sul lungofiume sostituirono le mura volute da Guidobaldo II a metà del XVI secolo.

Quattordici consolati esteri proteggevano gli interessi dei mercanti che accorrevano nei giorni della celebre Fiera franca della Maddalena, mentre nel XIX secolo essere patria del papa Pio IX consentì alla città di Senigallia di vivere ancora da protagonista nella storia.

Nei primi decenni del ‘900 si afferma l’immagine di Senigallia come sede privilegiata del nascente turismo balneare.

Un monumento celebrò in modo splendido questa vocazione della città, la Rotonda a Mare inaugurata nel 1933.

Da Vedere

Rocca Roveresca

La Rocca può essere definita come il risultato della sovrapposizione di strutture difensive succedutesi nei secoli, fin dalle origini della città.

Palazzo del Duca e Fontana delle Anatre fronteggianti la Rocca, sono due splendide testimonianze dei Della Rovere a Senigallia.

Palazzetto Baviera

Fu eretto per volontà di Giovanni Giacomo Baviera, zio materno e luogotenente di Giovanni della Rovere, contemporaneamente alla Rocca.

All’interno si ammirano splendidi stucchi, risalenti al 1590, opera del celebre plasticatore urbinate Federico Brandani.

Piazza Roma

Sede del Seicentesco Palazzo del Governo.

La Piazza è arricchita dalla fontana del Nettuno e dall’imponente facciata della dimora di Giulio Carlo Fagnani, celebre matematico senigalliese.

Palazzo Mastai – Museo Pio IX

La famiglia Mastai vi abitò fino ai primi del 900. Oggi il Palazzo custodisce preziosi cimeli di Papa Pio IX.

Foro Annonario

Armoniosa struttura neoclassica in laterizio, a pianta circolare, è stato progettato nel 1834 dall’architetto senigalliese Pietro Ghinelli.

Portici Ercolani

Costeggiano la riva destra del Misa con una suggestiva sequenza di centoventisei arcate in pietra d’Istria

Chiesa della Croce

La chiesa presenta all’esterno sobri caratteri di stile tardo rinascimentale, in contrasto con lo sfarzoso interno barocco

Pinacoteca diocesana d’arte sacra

Le sue splendide sale custodiscono prestigiose testimonianze dei secoli dal 1500 al 1800

Piazza Garibaldi

Rievoca il periodo più splendido della fiera, collocandosi al centro dell’ampliazione urbana voluta da Papa Lambertini a metà del 700

Area Archeologica La Fenice

Durante i lavori di fondazione del Nuovo Teatro “La Fenice”, nel 1989, sono emersi importanti reperti di età romana

Chiesa e Convento S. Maria delle Grazie

Poco fuori città sorge il complesso monumentale portato a compimento dall’ultimo erede della dinastia roveresca nel 1684

La nascita della Rotonda

Questa elegante architettura balneare è il risultato di molteplici traversie, distruzioni, progetti e ricostruzioni, che hanno inizio nella Belle Epoque, allorché venne innalzata a Senigallia una piattaforma lignea per attività idroterapiche e ricreative, sul mare davanti all’hotel Bagni.

Nell’immediato dopoguerra quella prima, pionieristica attrezzatura balneare, progettata da Vincenzo Ghinelli (1792-1871) nella seconda metà dell’800 e nel 1910 ampliata e trasformata nell’albergo Bagni, venne ceduta a imprenditori privati, che subentrano alla gestione pubblica, fino ad allora affidata all’Amministrazione Comunale.

La presentazione agli uffici comunali degli elaborati grafici della nuova piattaforma a mare di Senigallia è registrata il 2 maggio 1923 a nome dell’impresa Manoni.
Il progetto redatto da Minetti ricalca, salvo alcune varianti, la tipologia della preesistente piattaforma su passonate, cristallizzandone le forme in materiali meno effimeri del legno.

La relazione generale che correda il progetto distingue quattro componenti: il pontile di accesso, la piattaforma, i bracci laterali che allogano i camerini da bagno, e la passeggiata a mare.

Quest’ultimo elemento si configura come un’innovazione rispetto alla piattaforma precedente: si tratta di una sorta di percorso aereo, largo circa quattro metri, che prosegue verso il mare l’asse principale dell’edificio.

La relazione lo descrive come segue: “[…] due bracci normali alla piattaforma collegati da un arco di cerchio alle estremità ”.

Tale arco si delinea come l’unico inserto curvilineo che intacca timidamente una rigida composizione cruciforme, con suggestioni quasi basilicali.

La passerella della promenade sulle onde condiziona il progetto a un’insolita relazione spaziale con l’acqua, includendola come una piscina all’interno del suo percorso.

La decisione definitiva di realizzare la Rotonda a Mare a Senigallia in corrispondenza del Piazzale della Penna, venne adottata dall’Azienda Autonoma Stazione di Cura e Soggiorno il 30 gennaio 1932.

Fu scelto il progetto presentato dall’ Ingegnere Enrico Cardelli , in quanto, a parere dei consiglieri dell’Azienda, conteneva “le caratteristiche di genialità e di economia volute”.

La Rotonda a Mare venne inaugurata il 18 luglio 1933 , imponendosi ben presto come qualificato luogo di mondanità ed intrattenimento musicale.

Il 7 luglio 1935 il Principe Umberto di Savoia venne a Senigallia per inaugurare la Colonia Marina Maria Pia di Savoia e per visitare la Rotonda a Mare.

Negli anni del secondo conflitto mondiale la Rotonda venne chiusa e destinata a magazzino militare.

Furono gli anni 1950-1960 la stagione d’oro della Rotonda di Senigallia, vero tempio della mondanità e luogo nel quale si esibirono stelle di prima grandezza della musica leggera italiana.
Verso la fine degli anni ’80 la Rotonda visse una fase di progressiva decadenza che la portò alla chiusura per inagibilità.

Nel 2006 è stata riaperta al pubblico al termine dei lavori di restauro e riqualificazione.

Museo d’arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia

Il museo documenta il rapporto fra parola e immagine come binomio informativo, con una particolare attenzione all’utilizzo della fotografia, come espressione artistica e come supporto informativo.

Conserva una raccolta di foto di Mario Giacomelli e dei fotografi della scuola Misa ed il bozzetto del sipario del Teatro “La Fenice “ di Enzo Cucchi.

Nei prossimi giorni a Senigallia


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