I primi abitanti del colle che si chiamava Matenano furono, nell’anno 898, i monaci provenienti dall’abbazia imperiale di Santa Maria di Farfa (oggi a Fara Sabina, in provincia di Rieti), condotti dall’abate Pietro I, che ivi ripararono, a seguito della distruzione da parte dei Saraceni della abazia.
Si insediarono nel monastero dei Santi Ippolito e Giovanni in Silva, oggi scomparso, sito nella frazione di Ponte Maglio.
All’inizio del X secolo i monaci iniziarono la costruzione di un castello sul colle Matenano, da cui a poco a poco, i farfensi divennero padroni di tutto un territorio dal fiume Tenna all’Adriatico, tra le attuali province di Macerata, Fermo e Ascoli.
Il borgo nel 1242, fu occupato dalle truppe di Federico II ma la popolazione riuscì a liberarlo dopo 6 anni.
Santa Vittoria raggiunse l’apice della sua floridezza e del suo potere territoriale, fino a quando nel 1357 divenne sede del Presidiato Farfense, un organismo amministrativo con ampie prerogative giuridiche su tutto il territorio Piceno.
Nel XIII secolo divenne libero Comune dotandosi di proprie norme già nel 1406 completate nel 1446 con gli statuti comunali.
Presso il Monastero, verso la metà del secolo XV, grazie all’opera di Frà Marino Angeli, si formò una scuola pittorica di solido carattere e di notevole incidenza sull’arte del territorio piceno dell’epoca.
Tra i libri e i codici della sua Abbazia si leggeva il più antico documento in volgare delle Marche, oggi conservato nella biblioteca di Ascoli Piceno.
Nel 1632 i Monaci di Farfa vennero definitivamente soppressi da Papa Urbano VIII, sicché Santa Vittoria perse la sua importanza divenendo un centro legato alla città di Fermo.
Al toponimo Santa Vittoria si aggiunse quello di “Matenano” solo dopo l’Unità di Italia con decreto del 1862.
Da Vedere
Attraversando l’arco Odorisio, sotto la Torre Civica, si accede al centro storico che ancora conserva buona parte del tracciato originale con piccole strade tra case di mattoni rossi.
Il percorso tra diversi edifici patrizi, il Palazzo Melis, Palazzo Conti della Torre, Palazzo Sepe-Monti, offre la visione di caratteristici scorci unici.
Tra gli edifici legati al culto, oltre la Chiesa di Santa Vittoria, l’antichissimo Monastero delle Benedettine con la annessa chiesa di Santa Caterina, quindi, sulla cima del colle, il monastero Cappellone Farfense, risalente al 1368, con all’interno una cappellina detta Cappellina degli Innocenti.
Fuori dal centro abitato in direzione Montelparo, si trova la caratteristica Chiesa della Madonna degli Angeli.