Piobbico

L’origine del nome Piobbico è l’evoluzione del termine romano publicum evoluto in plobicum, poi in plobici fino all’attuale Piobbico.

Territorio abitato sin dalla preistoria poi da etruschi e romani.

Per 5 secoli a partire dall’anno 1000 Piobbico fu governata dalla famiglia Brancaleoni, in questo periodo ebbe una grande rivoluzione, la creazione del castello, lo sviluppo del borgo e delle chiese.

Ma nel XV secolo essendosi i Brancaleoni, opposti al papa persero possedimenti e vantaggi.

Da Vedere

Castello dei Brancaleoni, eretto nel XIII secolo, rimaneggiato in seguito e trasformato nel 1573-1587 in una splendida dimora rinascimentale, lasciato in grave abbandono e deturpato nel dopoguerra all’interno, è stato sottoposto negl’ultimi anni a radicali lavori di restauro.

Eremo di Morimondo, Immerso nel verde incontaminato, sono ancora visibili i ruderi dell’antico edificio. La sua esistenza è già attestata all’inizio del secolo XIII e sede di una comunità ascetica che praticava la regola di San Pier Damiani.

L’edificio sacro fu scelto come luogo di sepoltura da molti Brancaleoni, sorgeva a ridosso dell’torrente, ancor oggi detto Fosso dell’Eremo; decadde a partire dal secolo XVII e fu sconsacrato all’inizio del XIX secolo.

I Muracci ovvero Mondelacasa, Su un picco appartenente al massiccio del monte Nerone, a strapiombo sul paese di Piobbico, sorgeva la primitiva dimora dei Brancaleoni, il castello di Mondelacasa, nome con il quale vennero sempre designati i signori di Piobbico.

Nel corso del XIII e XIV secolo essi abbandonarono questo antico maniero per trasferirsi più a valle nel castrum di Piobbico, per cui la costruzione cominciò lentamente a decadere, tanto che oggi ne restano solo pochi ruderi, i Muracci.

Castello dei Pecorari, Costruito alla fine del XII secolo, domina il lato sinistro del corso superiore di fiume Candigliano: possesso originario dei Brancaleoni sin dal XIII secolo, nel 1446 passò di mano ai loro rivali Ubaldini, per volontà di Federico da Montefeltro, signore di Urbino.
Resta ancora intatta la struttura del poderoso mastio.

Inoltre sono presenti soprattutto nel monte Nerone importanti e numerosi siti naturalistici, forre, grotte.
Su di una grotta sono stati ritrovati ossa di Ursus spelaeus risalenti a migliaia di anni fa.