Matelica

Matelica è una città di antichissima origine.
Le prime testimonianze della presenza dell’uomo nel territorio matelicese risalgono al Paleolitico; in una fase avanzata del Neolitico si pone l’insediamento di Braccano, scoperto nel 2000, dove sono emersi i resti di un abitato con aree di lavorazione della selce.

Tra il VIII e l’VII sec.a.C., l’intero comprensorio era densamente popolato in corrispondenza dei pianori di fondovalle prossimi al corso del fiume Esino.

Epoca Romana

Dal III sec.a.C., il territorio viene interessato dalla conquista romana che culminerà, intorno alla metà del I sec.a.C., con la nascita del Municipium di Matilica, il cui nome è stato ereditato dall’attuale Matelica.

Dal Libero Comune allo Stato Pontificio

La decadenza dei centri romani tra III e IV sec. d.C. investe anche Matelica che, comunque, diviene sede vescovile tra V e VI secolo.
Si eresse a libero Comune intorno al 1150, quando i cittadini sostituirono i Consoli ai conti feudatari dell’impero tedesco.

Tra il 1170 e il 1180 fu distrutta da Cristiano, Arcivescovo di Magonza, che operò nelle Marche per ristabilire il potere dell’imperatore Federico I.

Nel 1266, con il ristabilimento dell’autorità pontificia nella Marca, Matelica passò sotto le dirette dipendenze della Santa Sede.

Le Fabbriche dei Panni di Lana

Dalla fine del secolo XIV fu soggetta alla famiglia Ottoni, vicari pontifici.
In quel periodo una delle principali fonti di ricchezza erano le fabbriche dei panni di lana .
L’industria, dopo il ritorno nel 1578 sotto il diretto dominio della Chiesa, decadde.

La città dal 1610 fu sede di un Governatore di Breve, ma questo privilegio non migliorò le sue industrie.

L’invasione francese prima e le lotte per l’unità nazionale poi portarono a un completo decadimento dell’industria dei panni lana; restarono attive alcune piccole concerie della pelle.

Enrico Mattei

Soltanto nel secolo appena concluso l’economia è ritornata ad espandersi.
Grazie anche alla presenza di Enrico Mattei, sono nate importanti industrie di confezioni e metalmeccaniche.
Di questa nuova ricchezza ne ha giovato anche l’agricoltura che si è specializzata nella viticoltura, nell’apicoltura e nell’allevamento.

La Fontana Ottagonale

La piazza principale, già piazza Lorenzo Valerio, porta il nome di Enrico Mattei, fondatore e primo presidente dell’ENI.
Al centro della piazza c’è la Fontana Ottagonale, in pietra bianca, che risale al 1587, progettata dall’architetto della Santa Casa di Loreto, Lattanzio Ventura di Urbino.

Dalla vasca centrale emergono 4 statue di divinità marine (ribattezzate nel linguaggio dialettale Biutinu, Maccagnanu, la Sirena, la Veloce ), sui pannelli figurano stemmi papali di Sisto V e di alcuni Cardinali.

Nel 1619 venne incisa una dedica al cardinale Scipione Caffarelli Borghese, protettore della città.

Il Palazzo del Governo

Le prime notizie della costruzione del Palazzo del Governo risalgono al 1271 ad opera dell’architetto Benincasa da Firenze coadiuvato da Bruno da Fabriano, fa corpo con l’edificio La Torre Civica.
Il Palazzo fu rimaneggiato più volte e questo lo ha danneggiato dal punto di vista dell’unità stilistica.

La Loggia

Sulla destra del palazzo è la Loggia voluta da Ascanio Ottoni nel 1511 progettata dagli architetti lombardi Costantino e Giovan Battista da Lugano, la poca profondità del loggiato e la mancanza di uno sviluppo in verticale qualificano la loggia come semplice elemento di arredo urbano, deputato alla contrattazione dei panni in lana.

Le sette luci della medesima ampiezza sostenute da ben proporzionati pilastri poligonali conclusi da un capitello ionico, rendono la loggia un diaframma in grado di mediare il passaggio tra la piazza del mercato e la piazza principale.

Il Palazzo Ottoni

Palazzo Ottoni sorge di fronte al Palazzo dei Governatori la presenza di una lapide posta nello scalone di destra ci consente di conoscere la data di costruzione il 1472, il palazzo fu commissionato da Alessandro e Ranuccio Ottoni.
Aveva una planimetria ad U realizzata nella prima metà del XVI secolo, che si apriva su un cortile porticato sui tre lati e chiuso sul quarto dalla Loggetta aerea che scavalcando via San Filippo conduceva ad un’altra proprietà degli Ottoni.

Della costruzione originaria è rimasta solo l’ala destra e della Loggia solo quella parte che funge da prospetto posteriore del palazzo.
La loggetta aerea , dal 1521, ha il compito di collegare la casa padronale alla depandance oltre la strada comunale.

Al secondo piano del palazzo è ospitato il museo-pinacoteca.

informazioni: www.comune.matelica.mc.it

Il Palazzo Comunale

Il Palazzo Comunale viene acquistato dal comune nel 1606 dalla famiglia Scotti di Narni, nel 1844 la municipalità si affida all’architetto Vincenzo Ghinelli che stila un progetto di restauro per evitare la demolizione del palazzo.

Ghinelli propone una sopraelevazione e un ingrandimento del cortile, il fabbricato della caserma viene prolungato fino a Via San Filippo.
L’ingegnere Robuschi aggancia la facciata a robuste chiavi in ferro e da quel momento il Palazzo Comunale è una realtà che sopraffà palazzo Ottoni.
Al termine dello scalone è posta l’importante lapide di Caio Arrio.

Il Teatro Piermarini

Il Teatro nasce a Matelica nel 1805 per iniziativa di 4 privati ( Capeci, Acquacotta, Buti, Cameli) che si assunsero l’onere anche finanziario dell’opera.

A progettare il Teatro arriva Giuseppe Piermarini che si era già ritirato a Foligno dopo una brillantissima carriera al servizio di S.M. Imperiale di Lombardia.
Piermarini, infatti, progettò anche la Scala di Milano, sono autografi i disegni e i progetti ma non è ascrivibile a lui la realizzazione del Teatro.

Sarebbe sorto di fronte ad un prestigioso palazzo il Piersanti ma “per mancanza di fondi non poteva gareggiare nella facciata, nell’ingresso e nella scala” dice il Filippini.

Sono arrivati, fino ai nostri giorni, intatti tre acquerelli, inediti e non firmati, per la decorazione dei palchi, a volute e medaglioni, distinti in altezza dalla scelta di un colore di fondo diverso per ogni ordine.
Il teatro si inaugurò ufficialmente nel 1812 mettendo in scena vari allestimenti, del maestro Pavesi Ser Marcantonio, Oh ! che originale di Majer e Il filosofo sedicente di Mosca.

I Palazzi

A Matelica ci sono molti altri palazzi con una determinante impronta architettonica come Palazzo De Sanctis, il cui progettista fu Antonio Mollari, Palazzo Fossa ove nel cortile della casa tutte e tre le logge sovrapposte che conservano i capitelli ionici.

Altri esempi di pregiata architettura sono Casa Campanelli, Palazzo Romani, Palazzo Razzanti , Palazzo Monti-De Luca di cui è bellissima la terrazza , e Palazzo Pettinelli che annovera tra le sue bellezze un fastoso salone ovale con soffitto a spicchi e grottesche con segni di modifiche settecentesche.

Di Palazzo Finaguerra è rimasto un portale e la decorazione degli ambienti interni, Palazzo Acquacotta una costruzione seicentesca con interessanti elementi di interesse nel portone d’ingresso e nell’atrio a sesto ribassato con semicolonne doriche addossate alla parete.

Palazzo Mattei , in origine Grassetti, si affaccia su via Umberto I, l’antico corso di Matelica, ha una fantasiosa facciata costruita nella seconda metà del seicento ed offre la successione in verticale delle finestre : rettangolari al piano nobile, quadrata nel secondo piano, ovali al mezzanino e la cornice piatta le qualifica decorativamente.

Infine, Palazzo Piersanti, oggi sede di un museo, ha un nucleo originario quattrocentesco trasformato nel cinquecento in un palazzo rinascimentale.

Le Terme

Le terme pubbliche dell’antica Matilica erano ubicate la strada romana che attraversava da est ad ovest la città, l’attuale via Umberto I.
Risalenti ai primi secoli dell’impero (I-II sec. d.C.) erano organizzate intorno ad un grande cortile centrale, dal quale probabilmente si accedeva ad una serie di ambienti funzionali al percorso termale.