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Breve Descrizione


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Breve Descrizione
Porto Sant’Elpidio si trova sul litorale adriatico a sud della foce del fiume Chienti.
Si riscontrano tracce di un borgo dal nome di “Porto San Lupidio” nel XVI secolo.
Come frazione di Sant’Elpidio a Mare, non ha sviluppo sino al 1952 quando ottiene l’indipendenza, sino divenire il secono centro della provincia.
La Chiesa Maria Addolorata e il prodigio
La Torre dell’orologio risalente al XIV secolo
Sant’Elpidio a Mare si trova su un colle a 251 m. s.l.m. tra le bassi valli del fiume Tenna e del torrente Ete Morto, a 9 chilometri dal mare Adriatico.
Il toponimo fa riferimento al Santo patrono Sant’Elpidio.
La città romana fu distrutta dai Goti, al suo posto nell’887, fu fondata l’Abbazia imperiale di Santa Croce al Chienti, una delle più antiche e potenti abbazie benedettine delle Marche, il Castello di Sant’Elpidio venne edificato due secoli più tardi.
Nel 1250 dopo averlo elevato a libero comune, Federico II di Svevia gli concesse la costruzione di un porto tra i fiumi Chienti e Tenna.
Seguirono secoli di lotte e distruzioni per Sant’Elpidio a Mare sino all’unità d’Italia.
Nel 1952 la frazione del porto venne scissa formando un nuovo comune Porto Sant’Elpidio.
La Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti
La Chiesa della Madonna dei Lumi costruita nel XIII secolo con il nome originario di chiesa di Sant’Agostino
La Chiesa di Sant’Elpidio Abate del XIII secolo
Il Santuario della Madonna degli Angeli del XIII secolo, venne costruito con l’intenzione di riprodurre la Porziuncola di santa Maria degli Angeli in Assisi.
Montegranaro si trova a 279 m. s.l.m. a pochi chilometri dal mare tra i fiumi Chienti a nord ed Ete morto a sud, è uno dei centri più importanti del polo calzaturiero delle marche.
Il toponimo deriva dalla denominazione dell’epoca romana di “mons Granarius“, quando era uno dei depositi di grano che i Romani.
La città romana Veregra ed il suo ager, furono cedute prima ai monaci farfensi quindi alla città di Fermo.
Nel 1387 diviene feudo della famiglia veneziana degli Zeno per conto di papa Urbano VI ma sette anni dopo fu ceduta a Fermo.
Passato sotto il controllo dello Stato Pontificio, Montegranaro si resse autonomamente sino al settecento.
Dai primi del XIX secolo a Montegranaro si iniziano a produrre calzature che trasformerà l’economia della zona da agricola ad industriale dando vita al polo calzaturiero più importante d’Italia.
La Chiesa di Sant’Ugo costruzione romanica databile intorno all’anno 800 d.C.
La Chiesa di San Serafino da Montegranaro
Il Torrione un antico mulino fortificato databile a prima dell’anno 1000, edificato nella pianura del fiume Chienti
Posto su una collina a 247 m. s.l.m. Monte Urano si trova tra i fiumi Ete morto ed il Tenna e fa parte dell’importantissimo polo calzaturiero.
Il toponimo Monte Urano, è formato dal termine “Monte” e dal nome di proprietà dal latino “Uria”, con il suffisso aggettivale “-anus”.
Seppure abitato già in epoca romana si trovano testimonianze concrete solo dall’XI secolo d.C. sotto il controllo del Ducato di Fermo come “Monteriano“.
Resta ben poco del castello medievale del XIII-XIV secolo
La Chiesa romanica di Santa Maria Apparente quattrocentesca
La Chiesa di San Michele Arcangelo datata 1860 – 1877 in stile neoclassico
Torre San Patrizio si trova su un colle a 224 m. s.l.m. tra i fiumi Tenna ed Ete morto a pochi chilometri dal mare.
Il territorio era abitato dai Piceni nel VII secolo a.C. in epoca romana era denominato “Turris Patritia“.
Nel 1258 Manfredi, Re di Sicilia, assoggettò “Collis Sancti Patritii” a Fermo rinominandolo “Turris Sancti Patritii“.
Durante il XV secolo Torre San Patrizio si trovò al centro di diverse contese e conquiste, sino al 1550 quando risultò classificata tra i possedimenti dello stato di Fermo.
Il centro storico è racchiuso dalle mura di cinta ancora ben conservate.
La Chiesa di San Salvatore del settecento
La Chiesa della Madonna delle Rose che conserva un affresco di Pietro Alemanno datato 1446
Il parco di Villa Zara, di circa tre ettari, location del romanzo “La nostra casa sull’Adriatico” della scrittrice Margaret Colllier.
Monte San Pietrangeli sorge su un colle a 356 m. s.l.m. nella campagna fermana e dell’importante polo calzaturiero.
In epoca preromana fu fondata dai Siculi con il nome di Petraia, nell’XI secolo i monaci farfensi vi edificarono il convento di S.Biagio di cui non resta traccia se non il toponimo della zona.
Nello stesso periodo, monaci provenienti dalla Abazia di Ferentillo, Abbazia dei Santi Pietro e Paolo in Valle Suppegna, costruirono una chiesa consacrata a San Pietro, nel luogo ove ora sorge il paese.
Nel XIII secolo, Monte San Pietrangeli passò sotto la città di Fermo con il nome di “San Pietro de Alleis“.
Il 29 settembre 1537, papa Paolo III, liberò Monte San Pietrangeli dal giogo fermano passando alle dirette dipendenze della Santa Sede, con il nome in “Mons Sancti Petri Angelorum” e successivamente assegnato alla provincia di Macerata.
Con l’unità d’Italia passò alla provincia di Ascoli sino al 2009 quando entrò nella nuova provincia di Fermo.
Da Vedere
La Chiesa dei Santi Lorenzo e Biagio, ex chiesa della collegiata, costruita su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier,
Il Campanile e la Chiesa di San Pietro (oggi San Francesco) rifatto nel 1683
I Ruderi della Rocca
Francavilla d’Ete sorge su un colle a 231 m. s.l.m., tra le valli dei fiumi Fosa e Ete morto.
Il toponimo deriva dal termine “franco”, libero trattandosi di una zona “franca“, esente da franchigie. Il suffisso Ete fu aggiunto nel 1863 per la prossimità con il fiume Ete morto.
Le origini dell’agglomerato di Francavilla d’Ete, risalgono al XII secolo, il castello risulta essere un possedimento vescovile nel 1157 che nel 1385, venne riscattato dal comune di Fermo a cui rimase legata.
La cinta muraria poligonale, ben conservata conserva ancora tre delle sei torri delle sei torri.
Il Palazzo Comunale uno dei sei torrioni del castello
L’orologio Comunale sopra la porta a sud della piazza principale
La Chiesa di San Rocco conserva due affreschi del ‘500 attribuiti a Vincenzo Pagani
Rapagnano si trova su un colle a 314 m. s.l.m. sulla sponda sinistra del fiume Tenna.
Il toponimo è riferito alla tradizionale coltivazione di rape o ravanelli nel suo territorio.
Rapagnano, come molti altri centri della zona, dall’XI secolo fu assogettato a Fermo e ne seguì le sorti sino all’unità d’Italia.
Nel centro storico si possono ammirare i resti della cinta muraria di forma ovoidale con i tre Torrioni.
Il Palazzo Comunale del 1790
La Chiesa di Sant’Antonio Abate del 1582
La Chiesa del Suffragio del 1736