Da Recanati verso i colli dell’Infinito

Un percorso tra le colline care a Giacomo Leopardi

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude …

Bastano questi pochi versi per entrare nello spirito di questo itinerario sviluppato sulle colline che hanno ispirato i versi di Giacomo Leopardi.

Iniziamo il percorso da Recanati, città piacevole da scoprire girando tra le strette vie del centro storico, dove scorgere i luoghi cari a Giacomo Leopardi.

Da Recanati, seguendo la strada provinciale 77 in direzione est, verso il mare, si giunge in pochi minuti a Loreto.

Molto legata alla religione, nel 1294 sul suo territorio vi fu trasportata da Nazaret, la casa dove la Vergine Maria ricevette la visita dell’angelo Gabriele.

La tradizione vuole siano stati gli angeli in volo ma secondo documenti recenti, fu la famiglia Angeli che si interessò di farla traslare lì dalle navi di ritorno dalle crociate.

A ricordo, sino a qualche anno fa, la notte del 10 dicembre, tradizionalmente venivano accesi nelle campagne grandi falò per indicare la strada agli angeli, era un modo per ritrovarsi nel quartiere collaborando alla costruzione delle pire che venivano accese al tramonto e potevano bruciare per ore.

Ora tale tradizione sta sparendo viene mantenuta in alcune parrocchie in forma molto ridotta.

La casa dell’Annunciazione, è visitabile all’interno del Santuario della Santa Casa.

Iniziato nel 1469, ha una configurazione a croce latina a tre navate ed un campanile progettato da Luigi Vanvitelli, realizzato nel 1755.

Nelle due navate laterali, sono state realizzate dal Bramante, 12 cappelle ognuna abbellita, in epoche successive, con pale, mosaici e dipinti, in una di queste è collocato un importante battistero in bronzo del 1600.

Terminata la visita al Santuario, si procederà ancora verso la costa raggiungendo il mare a Porto Recanati.

Entrati nel centro cittadino si nota subito i Castello Svevo del XIII secolo, con torre merlata, dono di Federico II alla città di Recanati.

Nel versante opposto, a sud, a ridosso del fiume Potenza, si possono visitare gli scavi dei resti della città romana Potentia, dimostrazione dell’interesse di Roma nella colonizzazione delle coste dell’Adriatico.

Porto Recanati si presenta oggi come un’importante centro balneare con comode spiagge, confortevoli soluzioni di soggiorno, vantando una indiscussa tradizione gastronomica marinara.

Seguendo il lungomare in direzione nord, si raggiunge in pochi minuti Numana per salire poi verso il promontorio sul quale è arroccato il borgo di Sirolo.

Con una pianta medievale, è ancora visibile buona parte della cinta muraria, che racchiude caratteristiche case in pietra del Conero, divise da stretti vicoli che conducono all’ampia piazza a picco sul mare.

Qua si gode un panorama unico che va dal Conero lungo tutta la riviera sud, fino oltre Civitanova Marche.

L’indiscussa bellezza delle sue spiagge quella di Urbani, San Michele e Sassi Neri, la limpidezza delle acque, associata alla bellezza del borgo ci permette a ragione di definirla Perla dell’Adriatico.

Il borgo marinaro, è anche sede dell’ente del Parco del Conero.

La parte boschiva si estende verso nord a partire dal parco cittadino una macchia mediterranea, ricopre tutto il monte da cui prende il nome.

Diversi sentieri si articolano tra la fitta vegetazione, portando l’escursionista ad ammirare panorami e vedute incredibili.

Sono di facile percorrenza alcuni un po difficoltosi ma la fatica è sempre ripagata.

La sommità è zona militare, pertanto inaccessibile e ben recintata, ma a parte questo, i sentieri pedonali sono ben segnalati anche se capita però che qualche ciclista poco rispettoso delle regole, si faccia strada con prepotenza dove non gli sarebbe permesso.

Normalmente, è il regno del silenzio, per questo fu luogo religioso come testimonia la Badia di San Pietro con la sua storia millenaria.

Quassù si gode un clima mite tutto l’anno, è piacevole in estate trascorrere le serate al fresco dopo una giornata di mare.

Nel tardo autunno, il bosco si colora del rosso dei corbezzoli, rendendo ancor più suggestivo l’ambiente.

La fauna come la flora è protetta, sera salendo lungo la strada non di rado si incontrano cinghiali ma in questo habitat vivono anche fagiani, volpi, caprioli, istrici, tassi e scoiattoli.

Seguendo la strada provinciale 1, in direzione Ancona giunti alla frazione del Poggio, si devia in direzione Camerano.

Appena imboccata la strada, si ha la possibilità di godere un panorama unico che guarda verso sud con la possibilità di vedere le catene montuose dei Sibillini, del Gran Sasso e della Maiella.

Si giunge quindi in pochi minuti a Camerano, cittadina dalle antichissime origini.

Si dice di Camerano che ce ne sia più sotto che sopra, per via delle cosiddette “grotte” ovvero una vera città sotterranea dislocata sotto il centro storico.

Dopo la visita alle grotte, si prosegue alla volta di uno dei borghi più suggestivi della regione, Offagna.

Il borgo, un gruppo di case arroccate attorno al castello edificato sul monte Sentino tra il 958 ed il 978.
Per la sua posizione strategica fu contesa a lungo tra Osimo ed Ancona, fino a quando nel 1454 fu ceduta definitivamente a quest’ultima dal papa Nicolò V.

Il castello è visitabile quotidianamente, nel torrione è allestita una ricca esposizione di armi antiche.

Ogni anno a fine luglio in occasione della Festa della Crescia il paese si trasforma in un borgo medievale per l’occasine delle “Feste Medievali” spettacoli di giullari e saltimbanchi e dispute tra cavalieri e balestrieri.

Uscendo dalle mura in direzione Jesi percorrendo la provinciale 6, si gira attorno al monte Cerno o della Crescia (348 metri), ineguagliabile punto panoramico che scopre dal mare ai monti più lontani.

Da qui si può proseguire alla volta di Polverigi per visitare il parco di Villa Nappi in stile liberty.

Lasciato Polverigi in direzione Santa Maria Nuova, prendendo la strada provinciale 4 che si snoda sulla cresta tra due vallate offrendo una vista alla sinistra sulla vallata del fiume Esino.
Dopo la visita al piccolo borgo medievale di Santa Maria Nuova si procede in direzione dell’ultima meta di questo itinerario, Filottrano.

Il nome deriva da “Mons Philiorum Optrani”, Monte dei figli di Ottrano, che la leggenda vuole sia stato il fondatore longobardo della città.

Filottrano oggi è un importante polo industriale nel settore dell’abbigliamento di alta qualità, con diversi spacci aziendali.


e, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.