Morro d’Alba

Morro d’Alba posto su una collina a 10 km dal mare ha origini antiche, nei secoli conteso tra Senigallia e Jesi ha il clima idoneo per la coltivazione di un vitigno autoctono la Lacrima che ottiene nel 1985 la doc.

Storicamente, di certo nell’anno 1000, era una “Curtis” imperiale di Federico I.

Il toponimo si può attribuire alla “mora” o cippo di confine su un'”alba” o colle a segnarne il limite dei territori di Jesi e di Senigallia.

Senigallia nel 1213 la cedette definitivamente a Jesi, quindi nel 1326, Morro d’Alba subì l’assedio delle truppe fabrianesi.

Morro d’Alba non rimase indenne al passaggio di Jean de Monréal, noto come Frà Moriale che a capo di una banda di delinquenti e di mercenari, la “Compagnia Maledicta” la saccheggiò causando notevoli danni.

Nel 1808 venne definitivamente sottratta al comune di Jesi durante il governo Napoleonico.

La Lacrima di Morro d’Alba

Il nome Lacrima deriva dal fatto che la buccia dell’uva, quando arriva al punto di maturazione, si fende, lasciando gocciolare, lacrimare, il succo contenuto.
La buccia dell’uva Lacrima ha tuttavia uno spessore notevole, il che, in fase di macerazione, fa sì che la cessione di antociani, tannini e sostanze coloranti, sia enorme.

Il vitigno Lacrima è estremamente versatile: si adatta bene alla vinificazione classica per la produzione di normali vini da pasto, va benissimo in macerazione carbonica per ottenere un novello con fragranze sopra la media ed è stupendo per la vinificazione in passito.

fonte: https://www.morrodalba.com/cantine-e-prodotti-tipici/

Suggestiva la passeggiata lungo il camminamento delle mura del castello che si trova al centro del paese.

Nei prossimi giorni a Morro d’Alba